martedì 30 dicembre 2008

Que Reste-T-Il De Nos Amours




Anno nuovo vita nuova

Da quest'anno perdo quei chili di troppo adottati nell'86.
La smetterò di oziare davanti televisione, computer e videogiochi.
Basta col mangiarsi le unghie, togliersi le doppie punte e spremersi i brufoli.
Da quest'anno solo sport e alimentazione sana.
Nessuno sarà più in grado di stressarmi, farmi inc**** o perdere la pazienza.
Peace&Love sarà la mia nuova filosofia di vita.
La mia camera sarà il tempio di ordine e pulizia.
Nel tempo libero mi dedicherò solo alla lettura, scrittura e arte.

Sì la mia vita cambierà completamente.
mhm.


Facciamo l'anno prossimo?

giovedì 30 ottobre 2008

Saprai che non t’amo e che t’amo

Saprai che non t'amo e che t'amo
perché la vita è in due maniere,
la parola è un'ala del silenzio,
il fuoco ha una metà di freddo.
Io t'amo per cominciare ad amarti,
per ricominciare l'infinito,
per non cessare d'amarti mai:
per questo non t'amo ancora.
T'amo e non t'amo come se avessi
nelle mie mani le chiavi della gioia
e un incerto destino sventurato.
Il mio amore ha due vite per amarti.
Per questo t'amo quando non t'amo
e per questo t'amo quando t'amo.

Pablo Neruda

E poi dicono

E poi dicono.
E poi dicono che noi giovani non vogliamo lavorare, dicono che non abbiamo più i valori di una volta, dicono che non crediamo più a niente.
E poi dicono che si stava meglio quando si stava peggio, dicono che non c'è più tolleranza, che sta andando sempre peggio.
Dicono che "ci dovevi pensare prima", che se non fai subito qualcosa poi sarà sempre più difficile.
E poi non capiscono che "gli altri, la gente, le persone, la società" sono realtà in cui anche loro stessi sono compresi. Come io stessa sono presente in queste parole.
E non capiamo che puntando un dito verso qualcuno ci sono almeno altre 3 dita puntate verso di noi.
Io alzo le mani.

sabato 18 ottobre 2008

E quindi?

E quindi?
Avete presente quelle persone che parlano per frasi fatte?
Quelle persone che fanno del luogo comune la loro filosofia di vita?
A me è capitato di incontrarle. Sembrano degli enormi jukebox dai quali ad ogni monetina esce fuori una banalissima, scontatissima e inutilissima ovvietà sulla vita, l'amore, il sesso, il gioco d'azzardo.
Queste persone potrebbero camparci una vita intera perchè esiste una frase fatta per ogni cosa.
Finchè si parla di luoghi comuni la cosa è più sopportabile dato che il luogo comune è contestabile in base alla situazione in questione.
Ma quando si tratta delle ovvietà lì allora c'è un'unica risposta, che spontanea e irrefrenabile esce fuori dalle mie labbra: e quindi?!
Per non cadere in discussioni inutili e senza senso questa è l'unica risposta che so dare.
Non fraintendetemi, i luoghi comuni e le frasi fatte se qualcuno le ha inventate a qualcosa dovranno servire (sicuramente saranno nate in conversazioni prive di argomenti), e mi capita di usarle per carità.
Ma voglio fare un appello: usatele con moderazione, perchè il troppo storpia :-)

domenica 5 ottobre 2008

Benvenuto al Teatro del Torrino


In un’epoca in cui tutto è “di massa”, dove il multisala divora il piccolo cinema e il centro commerciale soffoca il negozietto, c’è bisogno di un luogo in cui le persone possano condividere esperienze e sentirsi parte di una comunità; un posto fatto di cultura, divertimento, passione e curiosità.
Nasce con questa intenzione il Teatro del Torrino.
A distanza di 8 anni dalla sua costruzione, la sala pluriuso Giuseppe Mees, da quest’anno, grazie alla concessione e alla disponibilità del parroco don Massimo e dei viceparroci, sarà luogo, non solo delle importanti iniziative parrocchiali, ma di una ricca e coinvolgente stagione teatrale. La gestione e direzione dello spazio e delle sue iniziative è affidata a Luca Pizzurro e Fabio Di Dio Busà, appassionati ed esperti di teatro.
Da questo ottobre infatti avranno luogo corsi di recitazione base e avanzata, corsi di regia e scrittura teatrale, corsi di recitazione per bambini, teatro comico, stage come aiuto regista e musical.
Il Teatro del Torrino propone inoltre un interessante programma di spettacoli Matinèe per le scuole elementari, medie e superiori. Hansel e Gretel, Pirandello, Anna Frank e molti altri sono i personaggi che i ragazzi potranno incontrare e conoscere grazie alla compagnia Viaggi&Miraggi pronta a mettere impegno e passione al servizio del pubblico.
Da Ottobre per tutti è in programma una stagione teatrale che spazia dalla poesia alla musica, dalla tragedia alla commedia.
La sala infine rimane uno spazio disponibile per l’affitto di qualsiasi iniziativa di natura artistica o culturale come prove, saggi, concerti o letture.
Alla base dell’iniziativa c’è la volontà di portare l’arte del Teatro nei quartieri periferici di Roma, perché tutti ne possano godere grazie ad una struttura adeguata e ad un programma vario e di qualità.
Il nuovo Teatro del Torrino nasce dalla considerazione dei due responsabili, Luca Pizzurro e Fabio Di Dio Busà, del teatro come luogo in cui da sempre vivono insieme impegno, passione, dedizione, emozione e talento; dove si mescolano realtà e finzione, cultura e fantasia.
L’invito agli spettacoli è rivolto a tutta la comunità perché questi eventi possano essere i primi di una serie di successi: il teatro è un’emozione da vivere insieme e non c’è protagonista più importante del pubblico.

Per informazioni:
Luca Pizzurro 3388193oo1
Fabio Di Dio Busà 3472114854
www.teatrodeltorrino.it
www.viaggimiraggi.com

Ricordo di un viaggio

sabato 27 settembre 2008

Bon apetì

Da una mail della mia piccola art.
La fantasia anche a tavola è inarrestabile, ma provate voi a mangiare tranquilli con quegli occhietti maligni che vi guardano.
Io ho voglia di farmi un panino.














mercoledì 24 settembre 2008

Diario di una disoccupata

Caro diario
la ricerca del lavoro questo mese è stata lunga ed emozionante.
"Pronto? buongiorno, mi chiedevo se nella vostra prestigiosa agenzia internazionale c'era posto per una giovane e volenterosa copywriter per un posto di stagista/creativa".
....tu tu tu tu tu
"Ehm buongiorno , mi chiedevo se per caso vi avanzava un posto in agenzia per un'aspirante copy squattrinata e tutt'ora nullafacente per stage mal retribuito".
....oh si certo mi lasci il suo recapito e la contatteremo noi per un colloquio!
"Salve, cerco un posto in agenzia creativa, qualunque mansione vagamente collegata al mestiere di scrivere mi va bene, nessuna particolare pretesa, se non vi va potete anche non pagarmi."
...guardi le posso dare i nomi di gente interessata alla sua proposta.
"Pronto? scusi posso prenotare una visita guidata presso la vostra agenzia creativa? sono malata terminale e questo è il mio solo e unico desiderio prima di morire.
...ma certo tanto qui non c'è molto da fare, venga lunedì mattina!

giovedì 11 settembre 2008

venerdì 13 giugno 2008

World food programme

Tv 30"

Stampa





New media

Promocard



New Media


Copywriter: Marzia Le Calze

Art Director: Ilaria Pallotta

sabato 7 giugno 2008

venerdì 6 giugno 2008

Il colore del grano


In quel momento apparve la volpe.
"Buon giorno", disse la volpe.
"Buon giorno", rispose gentilmente il piccolo principe, voltandosi: ma non vide nessuno.
"Sono qui", disse la voce, "sotto al melo…"
"Chi sei?" domando il piccolo principe, "sei molto carino…"
"Sono una volpe", disse la volpe.
"Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, "sono cosi triste…"
"Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata".
"Ah! scusa", fece il piccolo principe.
Ma dopo un momento di riflessione soggiunse:
"Che cosa vuol dire "addomesticare"?"
"Non sei di queste parti, tu", disse la volpe, "che cosa cerchi?"
"Cerco gli uomini", disse il piccolo principe. "Che cosa vuol dire "addomesticare"?"
"Gli uomini", disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E molto noioso! Allevano anche delle galline. E il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?"
"No", disse il piccolo principe. "Cerco amici. Che cosa vuole dire "addomesticare"?"
"E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire "creare dei legami"…"
"Creare dei legami?"
"Certo", disse la volpe. "Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi.
Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io saro per te unica al mondo".
"Comincio a capire", disse il piccolo principe. "C’e un fiore… credo che mi abbia addomesticato…"
"Comincio a capire", disse il piccolo principe. "C’e un fiore… credo che mi abbia addomesticato…"
"E possibile", disse la volpe. "Capita di tutto sulla Terra…"
"Oh! Non e sulla Terra", disse il piccolo principe.
La volpe sembro perplessa:
"Su un altro pianeta?"
"Si".
"Ci sono dei cacciatori su questo pianeta?"
"No".
"Questo mi interessa! E delle galline?"
"No".
"Non c’e niente di perfetto", sospiro la volpe.
Ma la volpe ritorno alla sua idea:
"La mia vita e monotona. Io do la caccia alle galline, e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano, e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio percio. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sara come illuminata. Conoscero un rumore di passi che sara diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo, mi fara uscire dalla tana, come una musica. E poi, guarda! Vedi, laggiu in fondo, dei campi di grano? Io non mangio il pane e il grano, per me e inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo e triste! Ma tu hai dei capelli color dell’oro. Allora sara meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano, che e dorato, mi fara pensare a te. E amero il rumore del vento nel grano…"
La volpe tacque e guardo a lungo il piccolo principe:
"Per favore… addomesticami", disse.
"Volentieri", rispose il piccolo principe, "ma non ho molto tempo, pero. Ho da scoprire degli amici, e da conoscere molte cose".
"Non si conoscono che le cose che si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno piu tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose gia fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno piu amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!"
"Che bisogna fare?" domando il piccolo principe.
"Bisogna essere molto pazienti", rispose la volpe. "In principio tu ti sederai un po’ lontano da me, cosi, nell’erba. Io ti guardero con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno tu potrai sederti un po’ piu vicino…"
Il piccolo principe ritornò l’indomani.
"Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora", disse la volpe. "Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincero ad essere felice. Col passare dell’ora aumentera la mia felicita. Quando saranno le quattro incomincero ad agitarmi e ad inquietarmi; scopriro il prezzo della felicita! Ma se tu vieni non si sa quando, io non sapro mai a che ora prepararmi il cuore… Ci vogliono i riti".
"Che cos’e un rito?" disse il piccolo principe .
"Anche questa e una cosa da tempo dimenticata", disse la volpe. "E' quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore. C’e un rito, per esempio, presso i miei cacciatori. Il giovedi ballano con le ragazze del villaggio. Allora il giovedi e un giorno meraviglioso! Io mi spingo sino alla vigna. Se i cacciatori ballassero in un giorno qualsiasi, i giorni si assomiglierebbero tutti, e non avrei mai vacanza".
Cosi il piccolo principe addomestico la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina:
"Ah!" disse la volpe, "… piangero".
"La colpa e tua", disse il piccolo principe, "io, non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti addomesticassi…"
"E vero", disse la volpe.
"Ma piangerai!" disse il piccolo principe.
"E certo", disse la volpe.
"Ma allora che ci guadagni?"
"Ci guadagno", disse la volpe, "il colore del grano".
Poi aggiunse:
"Va’ a rivedere le rose. Capirai che la tua rosa e unica al mondo. Quando ritornerai a dirmi addio, ti regalero un segreto".
Il piccolo principe se ne andò a rivedere le rose.
"Voi non siete per niente simili alla mia rosa, voi non siete ancora niente", disse. "Nessuno vi ha addomesticato, e voi non avete addomesticato nessuno. Voi siete come era la mia volpe. Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto un mio amico e ora e per me unica al mondo".
Le rose erano a disagio.
"Voi siete belle, ma siete vuote", disse ancora. "Non si può morire per voi. Certamente, un qualsiasi passante crederebbe che la mia rosa vi assomigli, ma lei, lei sola, e piu importante di tutte voi, perché e lei che ho innaffiata. Perché e lei che ho messa sotto la campana di vetro. Perché e lei che ho riparata col paravento. Perché su di lei ho ucciso i bruchi (salvo i due o tre perle farfalle). Perché e lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi, o anche qualche volta tacere. Perché e la mia rosa".
E ritornò dalla volpe.
"Addio", disse.
"Addio", disse la volpe. "Ecco il mio segreto. E' molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale e invisibile agli occhi".
"L’essenziale e invisibile agli occhi", ripeté il piccolo principe , per ricordarselo.
"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi importante".
"E il tempo che ho perduto perla mia rosa…" sussurro il piccolo principe per ricordarselo.
"Gli uomini hanno dimenticato questa verita. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…"
"Io sono responsabile della mia rosa…" ripeté il piccolo principe per ricordarselo.



So che non c'è niente di originale o creativo nel copiare e incollare un capitolo di uno dei libri per bambini più famosi. Ma "il piccolo principe" merita questo posto sul mio blog per due motivi. Il primo è perchè, da quando è stato scritto, continua a far sognare i bambini che si nascondono dentro ogni uomo. Secondo motivo sta nel fatto che, rileggendolo l'altra sera, non ho potuto non commuovermi; improvvisamente mi sono resa conto di essere stata addomesticata con la stessa dolcezza e pazienza di cui parla la volpe al principe.

Il colore del grano stavolta è più bello di quanto potessi mai immaginare.

lunedì 2 giugno 2008

Lo scafandro e la farfalla

Svegliarsi in un letto di ospedale, scoprire di non poter pronunciare parola e renderti lentamente conto che ogni parte del tuo corpo è condannata all’immobilità. Un cervello ancora perfettamente funzionante cerca di chiedere aiuto solo attraverso l’occhio sinistro, unica parte mobile rimasta. Questo fu il risveglio di Jean-Dominique Baudy a 43 anni dopo una vita fatta di carriera, amore, successo, amicizia e affetti.
L’ictus non se l’era presa con le funzioni cerebrali, aveva scelto ciò che molti spesso sottovalutano o sminuiscono. Aveva scelto il suo corpo.
Intrappolato dentro quel pesante scafandro Jean si è aggrappato alla vita come forse non aveva mai fatto e solo attraverso il suo sbattere dell’occhio come ali di farfalla è riuscito a dettare e far pubblicare la sua storia.
“Lo scafandro e la farfalla” è il titolo del libro pubblicato nel 1997 e dell’omonimo film che mostra la condizione di handicap senza falsi pietismi ma con un’umanità sconvolgente.
Una storia commovente e coraggiosa che porta lo spettatore a riflettere sulla gravità dei propri problemi e detta un nuovo metro di giudizio.
Una visione consigliata a tutti, soprattutto a quelli che la vita la spingono sempre fino al limite, sempre in cerca di qualcos’altro, ignari delle grandi fortune delle quali sono già in possesso.

Don Chisciotte della Mancia

"Soltanto don Chisciotte ha torto, fino a quando è matto; soltanto lui ha torto in un mondo ben ordinato, in cui ognuno, all'infuori di lui, ha il suo posto; ed egli stesso lo riconosce alla fine, quando in punto di morte si ritrova entro l'ordine comune. Ma il mondo è poi davvero ben ordinato? può darsi che vi si trovi infelicità, ingiustizia e disordine; v'incontriamo prostitute, delinquenti in veste di galeotti, ragazze traviate, banditi impiccati e molte altre cose del genere. Ma tutto questo non ci tocca. L'apparire di don Chisciotte, che non migliora nulla e a nulla porta rimedio, tramuta in gioco felicità e infelicità".


Erich Auerbach

Monster.it





Cuor di mela

Sono mela e me ne sto sul ramo. Ma se non mi cogli in tempo cadrò a terra e marcirò.
Ormai è arrivata l'estate, il sole scalda la mia pelle liscia dalle tinte sfumate, l'ombra degli alberi e il vento fresco mi donano un po' di sollievo in questa stagione calda. Amo l'estate, ma so che non potrò godermela tutta. Sono segnata da un destino nobile ma incerto. So che la mia morte avrà uno scopo ma non so che fine farò. Potrei finire sulla tavola di un'allegra famiglia, potrei essere destinata ad una torta, potrei essere io la fortunata protagonista del famoso proverbio che tanto inorgoglisce tutte noi. L'unica certezza che ho è di non voler finire i miei giorni su questo terreno qua sotto, dove mi aspetterebbe solo una brutta caduta e magari la visita di qualche randagio affamato. Voglio prima riempirmi dei colori dell'estate, voglio ancora nutrirmi da quest'albero madre.Voglio ancora godermi l'estate da quassù, in attesa di quella mano che verrà ad azionare il conto alla rovescia.

giovedì 29 maggio 2008

Scribacchiando

E va bene scrivo. No ma che posso scrivere? Potrei parlare del fatto che un'avventura durata 3 anni sta ormai per finire, potrei parlare delle persone bellissime che ho conosciuto e spero di continuare a vedere; potrei parlare di quella specie di fagottino che ha portato finalmente una ventata di gioia e amore nella mia famiglia, senza neanche aver fatto nulla se non venire al mondo. Potrei parlare di questa fantastica euforia che mi accompagna ormai da un paio di mesi (c'è chi ancora non ci ha fatto l'abitudine a vedermi sempre così sorridente); potrei parlare dell'enorme e profondo oceano che mi aspetta una volta finito lo ied e di quanto io mi senta un pesciolino di lago, così inesperta e timorosa dell'ignoto. Ma ormai l'ho capito: la paura mangia l'anima e non ci dovrà essere più cosa che mi spaventerà a tal punto da non provarla neanche (eccetto diciamo droghe, paracadutismo, marchiature a fuoco).Per ora queste righe mi bastano, piano piano con un piccolo aiuto, cominceranno ad uscire anche da sole.

lunedì 12 maggio 2008

Wait for me I'll come back

Ed eccomi tornare qui per la gioia di tutti voi. E' tanto che non scrivo, ho provato più volte a cominciare ma poi non riuscivo ad afferrare i miei pensieri per intrappolarli in semplici parole. Ho scelto (o mi è capitato, fate voi) di vivermi la vita in questo mese invece di scriverla. Perchè quando la vivi non stai a pensare ad un ordine, una punteggiatura e una grammatica. Si scrive da sola, anche se solo nei miei ricordi. Voi direte: e che razza di copy sei se non sai scrivere quello che vivie che provi? bè forse avete ragione, ma chi di voi non ha mai avuto la sensazione scrivendo di non riuscire in modo soddisfacente a trasmettere le emozioni provate nel vivere certe esperienze? In finale so di essere poco capace di descrivere quello che ho dentro ma spero almeno di riuscire ad affascinare le persone intorno ad un prodotto, quindi privo di emozioni. Sono felice di essere una persona che sa dare il giusto peso alle cose e riesce senza problemi a scrivere un head ma alla quale tremano le mani quando deve scrivere di sentimenti.

domenica 6 aprile 2008

Prova a sorridere

Che cos'è un sorriso. Un ricordo, un brivido, un'emozione. Quando solo il buio circonda il cuore, un sorriso è spiraglio di luce. Può nascere timido e crescere in silenzio, può esplodere sul viso donando una ventata d'aria fresca. Si, un sorriso è proprio ua boccata d'aria fresca, dà un po' alla testa, ne vorresti ancora e ne assapori la vita nella vita stessa.
E' una luce dell'anima, svela ciò che vorremmo nascondere. Incontrollabile e sincero, dono prezioso, capace di far battere cuori, cambiare umore, illuminare giornate, svelare sentimenti. E' contagioso, spesso ricambiato, non delude mai chi sceglie la sua luce. Gesto di egoismo e generosità allo stesso tempo.
"Un giorno senza un sorriso è un giorno perso" e io alla fine dei conti spero di non dover contare nessuna perdita.

martedì 1 aprile 2008

Lotteria Italia


In mezzo alla corrente

Pensieri, parole, immagini, emozioni, situazioni, canzoni, profumi, brividi, rumori, paure, fremiti, agitazioni, sapori, gioie, dolori, ragionamenti, fantasie, sogni.
Si può vivere senza provare tutto questo. Si vive da spettatori, si vive in stanby.
Più tutto si somma e più la vita comincia a spingere; prima pensavi di stare solo osservando il suo scorrere, ora ti accorgi che in realtà ci sei proprio in mezzo e ogni spintone ti trascina un po' più in là. Finisci spesso dove non ti aspettavi, ancora una volta pensando di essere uscito dalla corrente, disperso ma finalmente fuori.
Nella corrente ci siamo sempre stati e sempre lo saremo; l'unica scelta che abbiamo è nasconderci dietro a qualche masso per evitare che la vita ci renda vivi, oppure abbandonarci allo scorrere dei suoi eventi, consapevoli che la nostra posizione cambierà sicuramente ma almeno avremo lottato per direzionarla verso i nostri sogni.

venerdì 14 marzo 2008

Signor Palmerino, è stato un piacere

L'altro giorno ho conosciuto un uomo.
Se ne stava da solo al parco, lanciava parole a chi capitava nella speranza che qualcuno le raccogliesse o semplicemente le accogliesse.
Una vita quasi interamente vissuta, tanti ricordi e tanta voglia di raccontarli.
Quel giorno accolsi io le sue parole, lui mi aprì il suo mondo.
"Io porto fortuna! Me lo ha detto il papa. Nacqui la domenica delle palme e mia madre mi diede il nome Palmerino. Sono unico al mondo."
Per quel poco che ho vissuto finora ho pensato che un po' di fortuna sarebbe servita anche a me.
"La mamma è unica. Di mariti ne puoi aver 2, di figli 3 ma di mamma ce n'è sempre una."
Continuò poi nella descrizione dei piatti che la madre era solita preparargli con tanto amore.
Di fortuna quell'uomo ne ebbe durante la sua vita.
Mi raccontò come a 13 anni, studiando alle scuole alberghiere, fu mandato in un albergo di lusso al nord, dove una ricca signora inglese scelse proprio lui per farsi servire nonostante la sua poca esperienza.
Poi a Salsomaggiore fu difeso dai Savoia per un rimprovero del caposala; il ricordo delle 100 lire ricevute gli fecero illuminare gli occhi.
Mi raccontò di come aveva vinto un concorso per giornalisti scrivendo una frase che stupì tutti: "bisogna servire i clienti difficili non quelli facili."
Io ascoltavo con l'immaginazione in corsa, cercando di ricostruire la vita felice di quell'uomo. Perchè felice me la dipinse quel giorno, ma in fondo sono sicura che ogni giorno se la dipinga così.
Non sono molte le persone che hanno sul viso, ormai segnato dagli anni, quello sguardo di chi non ha rimpianti, di chi nella sua vita è orgoglioso delle esperienze vissute e nello stesso tempo è ancora pronto a tutto quello che ancora potrebbe accadere. E soprattutto saluta il mondo con un sorriso.
"Lei è bella perchè è semplice e io le porterò fortuna."
"Grazie Signor Palmerino. Buona giornata, è stato un piacere."

venerdì 7 marzo 2008

Omaggio ai maestri



Questi uomini non sono ricordati per eroiche imprese, nè per grandi ideali.
Sono ricordati perchè erano i migliori nel loro campo, persone in grado di comunicare conoscendo la natura umana e le sue dinamiche.
Mi hanno fatto innamorare di quello considerato, da ogni pubblivoro che si rispetti, il mestiere più bello del mondo.
La mia preferenza però rimane sempre per il grande William che dagli anni 60 ad oggi continua a fare scuola.