martedì 29 gennaio 2008
mercoledì 16 gennaio 2008
Colori in piazza
Cinquecentomila palline di plastica lanciate stamattina a Roma da un gruppo artistico-rivoluzionario guidato da Graziano Cecchini, l'autore dell'azione che tinse di rosso l'acqua della fontana di Trevi.
Un'onda di palline di plastica colorate è rotolata lungo la scalinata di Trinità dei Monti fino alla Barcaccia in questa grigia mattinata di Gennaio.
Il significato simbolico? "L'operazione artistica documenta con l'arte il problema che abbiamo in Italia" dice Cecchini "ci raccontano tante bugie che non sono nè di destra nè di sinistra".
Ad ognuno la facoltà di decidere se condividere o no questo pensiero e questo gesto, ma sfido chiunque a non rimanere affascinato da questa esplosione di colori in una piazza tra le più belle di Roma.
alle mercoledì, gennaio 16, 2008 0 commenti
Etichette: curiosità
martedì 15 gennaio 2008
giovedì 10 gennaio 2008
La sirena
La sirena
Eccoti lì, seduta sulla riva
Composta come una musica dal mare
Con poche parole a far da traccia
Per avventurieri solitari.
Poche parole senza senso
Poiché la musica non necessita d’altro
E svelare il suo significato
Sarebbe un ausilio immenso
Ed un peccato.
Poche parole senza senso
Rivolte e chi le conosce, per gli altri
Solo l’impressione d’esser colpiti
Dalla semplicità.
Ma la tua bellezza non è semplice
È solo semplice essere colpiti da te.
Eccoti lì, seduta sulla riva
Composta come una musica dal mare
Con poche parole a far da traccia
Per avventurieri solitari.
Poche parole senza senso
Poiché la musica non necessita d’altro
E svelare il suo significato
Sarebbe un ausilio immenso
Ed un peccato.
Poche parole senza senso
Rivolte e chi le conosce, per gli altri
Solo l’impressione d’esser colpiti
Dalla semplicità.
Ma la tua bellezza non è semplice
È solo semplice essere colpiti da te.
Una poesia in dono sorprende e coinvolge più di qualsiasi gioiello.
Grazie amico di spiaggia.
lunedì 7 gennaio 2008
Cosa non mettere in valigia
Hai fatto così tanta strada
per arrivare fino qui
ti è toccato partire bambina
la piccola valigia di cartone
ci tenevi i rossetti finti
il fracasso dell'erba che cresce
le confidenze del rivolo
l'incisione fucsia delle azalee
ci tenevi
un astuccio di gemme
e la chiave del cespuglio
gli occhi hanno preso
il colore del cielo
a forza di guardarlo
per una bambina che sapesse
già camminare
per una bambina che sapesse
già camminare
la radura era il più sicuro dei box
ma anche il più insidioso
poteva dirti all'orecchio
di tenere per te
parole come
si può fare a meno degli uomini
non si capisce perché il tempo
avrebbe dovuto fare sconti
proprio a te
e la valigia si è appesantita
delle scarpette da ballerina
imbrattate di pece
promessa sbugiardata
nel tempo di una rosa
poi qualche uomo
ha provato a prenderti
gli hai detto non è il caso
ti ha presa lo stesso
non ti sei fatta prendere
lo stesso
il suo problema
non era affare tuo
certo che anche questo è finito
in valigia
come poteva essere altrimenti?
la radura schiacciata
dal condominio
in casa finestre
sempre più chiuse
il peso della valigia
ti allungava le braccia
formate ma non finite
hai provato a provare
l'anima che non restava accordata
hai detto perché no
a uomini che facevano a meno
della tua parte di spasso
le braccia reggevano meglio
la valigia più pesante
sei andata nelle città
hai capito
che il tuo posto non era nei posti
era dove dicevi ecco
mentre di casa
non ce la facevi a dire
per esempio
il corpo rispondeva preciso
l'anima non si lasciava nemmeno
fare domande
hai tenuto la mano
di chi non ce la faceva a non morire
hai cambiato la fiducia
a chi doveva guarire da solo
hai passato informazioni
senza lesinare sulla voce
senza risparmiare le mani
la strada non finiva
la tua schiena ballava dritta
anche con le scarpe
chiuse nella valigia
hai fatto fatica a parlare davvero
non potevano credere
e allora hai parlato
per come volevano
perché anche essere gentile
è meglio di niente
ma le parole avanzate
hanno reso la valigia
quasi impossibile
hai fatto così tanta strada
per arrivare fino qui
ma adesso se vuoi
ti puoi sedere
di là c'è un bagno caldo
ti puoi sedere
di là c'è un frigo pieno
ti puoi sedere
mentre di qua
la apro io
la tua valigia
e ti mostro
che dentro
c'erano solo
un paio di farfalle
dure a morire.
Luciano Ligabue
alle lunedì, gennaio 07, 2008 0 commenti
Etichette: passioni
mercoledì 2 gennaio 2008
Prefazione
Superare la paura del foglio bianco.
Fatto.
Trovare un argomento di cui parlare.
Fatto.
Ora ordinare le idee e avere ben chiaro quello che si vuole dire.
Fatto.
Ora dirlo.
Tra tutti quei processi neurologici, ciò che mi permette di ricordare, ha la forma di una penna nella mia mente.
Ogni giorno sceglie cosa è degno di appunto, scarabocchio o nota.
Ogni immagine, pensiero, frase è registrata come piccolo appunto nella mia mente grazie a lei.
Probabilmente il mio cervello avrebbe la forma di una scrivania sommersa da fogli, scarabocchi, qualche cartaccia e carte di merendina.
Lettere, parole, frasi, paragrafi. Ciò che è stato fatto o vissuto sta scritto lì.
Un giorno rileggerò tutta la storia, scoprirò collegamenti, eventi, spiegazioni che vivendo non sono riuscita a cogliere.
Spero si riveli un romanzo appassionante, pieno di sfide e tormenti, ma che si concluda con il buon vecchio lieto fine.
Questa piccola scrittura sarebbe la prefazione di questo romanzo ma non essendo ancora arrivata al suo finale questo è solo ciò che più gli si avvicina.
Ora rileggere e correggere.
Fatto.
Avere il coraggio di pubblicare ciò che si è scritto.
Fatto.
Fatto.
Trovare un argomento di cui parlare.
Fatto.
Ora ordinare le idee e avere ben chiaro quello che si vuole dire.
Fatto.
Ora dirlo.
Tra tutti quei processi neurologici, ciò che mi permette di ricordare, ha la forma di una penna nella mia mente.
Ogni giorno sceglie cosa è degno di appunto, scarabocchio o nota.
Ogni immagine, pensiero, frase è registrata come piccolo appunto nella mia mente grazie a lei.
Probabilmente il mio cervello avrebbe la forma di una scrivania sommersa da fogli, scarabocchi, qualche cartaccia e carte di merendina.
Lettere, parole, frasi, paragrafi. Ciò che è stato fatto o vissuto sta scritto lì.
Un giorno rileggerò tutta la storia, scoprirò collegamenti, eventi, spiegazioni che vivendo non sono riuscita a cogliere.
Spero si riveli un romanzo appassionante, pieno di sfide e tormenti, ma che si concluda con il buon vecchio lieto fine.
Questa piccola scrittura sarebbe la prefazione di questo romanzo ma non essendo ancora arrivata al suo finale questo è solo ciò che più gli si avvicina.
Ora rileggere e correggere.
Fatto.
Avere il coraggio di pubblicare ciò che si è scritto.
Fatto.
alle mercoledì, gennaio 02, 2008 1 commenti
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