Piccoli deliri mattutini
Maledizione ho finito i soldi.
Che senso ha continuare a girare per questo mercatino con 75 centesimi nel portafogli?
E pensare che, quando a Natale spuntavano banconote da tutti i biglietti di auguri parentali, ho pensato per un bel po’ di poterci vivere oziosamente fino alla pensione.
Forse devo avere una concezione del denaro alquanto fanciullesca.
Pazienza, prendiamola con filosofia. Continuerò a girovagare per bancarelle con l’espressione da cane bastonato che non mangia da settimane e spera nella benevolenza di qualche marocchino-vendi-orecchini.
Niente orecchini da questo posto chiassoso e colorato, con un odore ai limiti della sopportazione.
Adoro gli orecchini, come molte cose nella mia vita, li scelgo al primo sguardo, o li amo o non li vedo neanche.
Lo faccio anche coi ragazzi ma con gli orecchini almeno ho più soddisfazioni.
Potrei giocarmi casa per un paio di quei scintillanti, penzolanti, tintinnanti e originali ninnoli che non ho la possibilità di acquistare. O più realisticamente mi metto a fare la lagna davanti a qualche banchetto, nella speranza che l’afr-o-rientale davanti a me a tale scena si intenerisca, o chi sta con me mi faccia un prestito sperando di uscire da quel momento di estrema vergogna in cui l’ho incastrato, naturalmente in modo del tutto consapevole.
Niente di fatto, il mio accompagnatore è insensibile alla sofferenza altrui e l’illegale commerciante preferisce darmi un rene.
Me ne andrò, saluterò tristemente gli amati gioiellini, con la promessa di rincontrarci un giorno e finalmente poter vivere felici e contenti per la gioia dei miei lobi e la desolazione dei miei risparmi.
Forse devo avere una concezione del denaro alquanto fanciullesca.
Pazienza, prendiamola con filosofia. Continuerò a girovagare per bancarelle con l’espressione da cane bastonato che non mangia da settimane e spera nella benevolenza di qualche marocchino-vendi-orecchini.
Niente orecchini da questo posto chiassoso e colorato, con un odore ai limiti della sopportazione.
Adoro gli orecchini, come molte cose nella mia vita, li scelgo al primo sguardo, o li amo o non li vedo neanche.
Lo faccio anche coi ragazzi ma con gli orecchini almeno ho più soddisfazioni.
Potrei giocarmi casa per un paio di quei scintillanti, penzolanti, tintinnanti e originali ninnoli che non ho la possibilità di acquistare. O più realisticamente mi metto a fare la lagna davanti a qualche banchetto, nella speranza che l’afr-o-rientale davanti a me a tale scena si intenerisca, o chi sta con me mi faccia un prestito sperando di uscire da quel momento di estrema vergogna in cui l’ho incastrato, naturalmente in modo del tutto consapevole.
Niente di fatto, il mio accompagnatore è insensibile alla sofferenza altrui e l’illegale commerciante preferisce darmi un rene.
Me ne andrò, saluterò tristemente gli amati gioiellini, con la promessa di rincontrarci un giorno e finalmente poter vivere felici e contenti per la gioia dei miei lobi e la desolazione dei miei risparmi.
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