lunedì 2 giugno 2008

Lo scafandro e la farfalla

Svegliarsi in un letto di ospedale, scoprire di non poter pronunciare parola e renderti lentamente conto che ogni parte del tuo corpo è condannata all’immobilità. Un cervello ancora perfettamente funzionante cerca di chiedere aiuto solo attraverso l’occhio sinistro, unica parte mobile rimasta. Questo fu il risveglio di Jean-Dominique Baudy a 43 anni dopo una vita fatta di carriera, amore, successo, amicizia e affetti.
L’ictus non se l’era presa con le funzioni cerebrali, aveva scelto ciò che molti spesso sottovalutano o sminuiscono. Aveva scelto il suo corpo.
Intrappolato dentro quel pesante scafandro Jean si è aggrappato alla vita come forse non aveva mai fatto e solo attraverso il suo sbattere dell’occhio come ali di farfalla è riuscito a dettare e far pubblicare la sua storia.
“Lo scafandro e la farfalla” è il titolo del libro pubblicato nel 1997 e dell’omonimo film che mostra la condizione di handicap senza falsi pietismi ma con un’umanità sconvolgente.
Una storia commovente e coraggiosa che porta lo spettatore a riflettere sulla gravità dei propri problemi e detta un nuovo metro di giudizio.
Una visione consigliata a tutti, soprattutto a quelli che la vita la spingono sempre fino al limite, sempre in cerca di qualcos’altro, ignari delle grandi fortune delle quali sono già in possesso.

1 commento:

JimGiamba ha detto...

Hey Hey Hey! Rallenta... da timida writer, a scalmanata dattilografa! Beh meglio così comunque! :D Eddaje!